Aspetti salutistici
Aspetti salutistici
L’Istituto I.Di.Med. promuove e valorizza i principi della dieta tradizionale siciliana, intesa anche Dieta Mediterranea, indicandola come strumento di prevenzione primaria delle malattie metaboliche, cronico-degenerative e oncologiche, e ancora, di miglioramento del loro decorso e di supporto al loro trattamento.
Mangiare mediterraneo significa quindi “guadagnare salute”, ridurre le cause di malattia e garantirsi di “invecchiare con successo”.
Una salute che parte da lontano, dalla biodiversità di un territorio, dalla sapienza antica di una generazione di agricoltori e pescatori custodi di tradizioni e sapienze millenarie, dall’amore di una tavola imbandita di un cibo da consumare in convivialità.
Il nutrirsi comporta non solo la scelta dell’alimento, frutto di un processo di produzione, ma anche di una tecnica di lavorazione e di trasformazione dello stesso. Tempi di cottura, selezione di materiali e attrezzature, utilizzo di erbe aromatiche e condimenti, accostamenti garanti di tradizione, biodiversità e stagionalità, attenzione alla “Bellezza”nella sua accezione più completa … . Una bellezza che genera salute.
Approfondimenti – Specificità salutistiche della Dieta Mediterranea I livelli di incidenza e di mortalità per svariate patologie croniche e per numerosi tipi di tumore variano drammaticamente nel mondo. In particolare, i tassi di incidenza per malattie cardiovascolari, per alcuni tumori (come quello del colon, mammella, prostata, e polmone), diabete e obesità presentano differenze che raggiungono le 30-40 volte, con i livelli più elevati in paesi del Nord-America, Nord Europa ed Australia, e quelli più bassi in paesi asiatici (Cina, Giappone, Corea, Tailandia) e in alcune regioni dell’africa centrale e occidentale. La presenza di variazioni geografiche così pronunciate ha indotto numerosi epidemiologi e ricercatori in tutto il mondo a intraprendere studi detti “di correlazione” per valutare l’impatto di fattori ambientali sul rischio di sviluppare patologie cronico-degenerative e tumori.
Tali studi hanno fornito solide evidenze a supporto dell’ipotesi che le principali cause delle suddette patologie risiedano in fattori legati all’ambiente e, soprattutto, allo stile di vita, cioè l’alimentazione, l’attività fisica, e il fumo di sigaretta.In Italia persistono ancora oggi differenze di rilievo nei livelli di incidenza di alcune patologie croniche e tumorali fra Nord e Sud del paese. Tali differenze appaiono sostenute da diversi stili di vita e abitudini alimentari, proprio come avviene nelle diverse aree geografiche del mondo sopra ricordate. In particolare quella che oggi, spesso impropriamente, viene definita Dieta Mediterranea, sembra essere alla base di tali differenze.
Il termine Dieta Mediterranea è in realtà, nella sua accezione primaria, un termine largamente improprio, dal momento che i regimi alimentari e lo stato di salute propri delle popolazioni che storicamente si sono insediate e oggi abitano i paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo sono caratterizzati da profonde differenze.Nel nostro paese questo regime dietetico, legato alle più radicate tradizioni ed alla cultura alimentare Italiana, può essere identificato con la dieta prevalente circa 50 anni addietro nel Meridione d’Italia, in particolare in Sicilia e Calabria. Tale regime alimentare consiste in una dieta ricca in cereali (oltre il 60% delle calorie totali), povera in grassi (meno del 30%), con una prevalenza dell’olio extravergine di oliva per oltre il 70% dei grassi aggiunti e degli acidi grassi mono- e poli-insaturi su quelli saturi.
Bisognerebbe quindi definire più propriamente questo tipo di alimentazione come dieta tradizionale siciliana piuttosto che Mediterranea. Sfortunatamente, mentre questo regime alimentare era largamente prevalente in Sicilia e in altre regioni del Sud Italia nei primi anni ‘60, negli anni più recenti si è assistito ad un progressivo e radicale cambiamento delle abitudini alimentari con un consistente aumento del consumo di cibi ad alta densità calorica, incluso latte e derivati, carni rosse, grassi animali e altri grassi aggiunti, zuccheri raffinati. Tale fenomeno si è tradotto in un aumento dei livelli di incidenza di malattie croniche e tumori, soprattutto nelle aree urbane, e di un drammatico incremento della percentuale di soggetti sovrappeso e obesi, principalmente nella età infantili e nell’adolescenza.
Numerosi studi hanno messo in relazione il modello alimentare Mediterraneo con lo stato di salute e con la longevità delle popolazioni studiate. I dati emersi concordano nell’attribuire a questo modello alimentare la capacità di ridurre significativamente il rischio di mortalità per qualunque causa, con particolare riguardo alle malattie cardio-vascolari, ai tumori e altre importanti patologie cronico-degenerative. In tal senso, una dieta tradizionale siciliana o di tipo Mediterraneo potrebbe costituire uno strumento di prevenzione primaria di fondamentale importanza, al fine di ridurre l’enorme diffusione cui sono andate incontro patologie cronico-degenerative e tumori nelle società “occidentali”, inclusa la nostra.
Oggi la crisi del settore agro-alimentare siciliano, frutto anche della recente crisi economica regionale, nazionale, e comunitaria, presenta oggi momenti ed aspetti di estrema criticità che risiedono principalmente nel limitato potenziale innovativo delle aziende ed imprese del settore, nella scarsa integrazione con enti di ricerca pubblico-privati, nella insufficiente sistematizzazione ed organizzazione in rete delle risorse esistenti sul territorio. Tali criticità si traducono in una sempre maggiore difficoltà delle piccole e medie imprese del comparto ad essere presenti sui mercati nazionali ed esteri con caratteristiche di qualità e di competitività. D’altra parte, i dati di recenti studi epidemiologici indicano con estrema chiarezza che tutte le società occidentali, incluso il nostro paese, stanno assistendo ad un drammatico fenomeno costituito da vere e proprie epidemie di malattie cronico-degenerative (cardio- e cerebro-vascolari, diabete, obesità, sindrome metabolica) e tumori, le cui cause sono in gran parte riconducibili a fattori di rischio legati allo stile di vita e, in particolare, all’alimentazione. Più precisamente, il progressivo abbandono dei principi e degli alimenti tradizionalmente alla base delle Dieta Mediterranea, e che hanno per decenni protetto la popolazione Italiana e quella di altri paesi come la Grecia e la Spagna, sta determinando un significativo incremento di incidenza delle suddette patologie proprio nella nostra regione, dove, paradossalmente, si registrano oggi le percentuali più elevate in Europa di adolescenti obesi e/o sovrappeso. Dal momento che la mortalità per queste patologie, che potremmo a ragione definire di origine nutrizionale, è ormai, a partire dagli anni ’90, in costante declino grazie alla sempre più efficace anticipazione diagnostica ed al miglioramento delle capacità di cura, assistiamo oggi ad un allarmante fenomeno “forbice”, dove ad un progressivo incremento del numero di nuovi casi/anno si accompagna una sensibile riduzione delle morti, con un significativo e continuo incremento del numero di malati cronici. Tale fenomeno, oltre alla indiscutibile valenza scientifica, ha un peso economico e socio-sanitario di enorme rilievo, a tal punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e tutte le principali istituzioni sanitarie ed oncologiche mondiali hanno identificato nella prevenzione primaria, cioè nella rimozione delle cause e dei fattori di rischio per queste malattie, l’unico strumento possibile per arrestare e invertire tale fenomeno.
Considerato che, come già ampiamente discusso, la dieta tradizionale siciliana (Dieta Mediterranea) costituisce un importante presidio di prevenzione alimentare per questo tipo di patologie, la promozione della produzione e della competitività sui mercati regionali, nazionali ed esteri di prodotti tipici regionali attraverso una serie di attività finalizzate ad incrementarne il potenziale salutistico e nutraceutico, a validarne clinicamente gli effetti sullo stato di salute e di malattia e a consentirne un rapido sviluppo industriale appare una priorità imprescindibile. In buona sostanza, si intende rilanciare il settore agro-alimentare siciliano, moltiplicando la capacità di attrazione e le possibilità di mercato dei prodotti tradizionali dell’agricoltura siciliana attraverso la valorizzandone degli aspetti legati alla protezione dello stato di salute e, soprattutto, alla prevenzione delle principali patologie “occidentali”.